Satire (Orazio)
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Table of contents |
2 Vizi sotto la lente 3 Epicureismo 4 Ricerca morale 5 Diatriba |
Azione scenica rudimentale
L'antica satura drammatica (definizione del poeta) era un'azione scenica rudimentale, accompagnata dal flauto, con mimica, danza e interventi buffoneschi. Anche Ennio (239 AC - 169 AC) scrisse satire che, probabilmente, erano caratterizzate dalla varietà di metro, stile, contenuto e che contenevano spunti autobiografici, riflessioni moraleggianti, aneddoti, favole, dialoghi (elementi presenti anche nei poeti satirici successivi), ma Orazio non nomina Ennio.
Lucilio è identificato come colui che ha fissato i tratti costitutivi della poesia satirica, soprattutto per la scelta dell'esametro come forma metrica della satira; inoltre Lucilio aveva usato la satira come strumento dell'aggressione personale e della critica mordace, per rappresentare la società contemporanea, soprattutto il ceto dirigente. Nella sua poesia era presente una grande varietà di temi e di interessi: polemiche letterarie, discussioni filosofiche, questioni linguistiche o grammaticali, lettere, conversazioni, importante era l'elemento autobiografico. La satira luciliana ospitava fatti, personaggi e osservazioni connesse alla vita del poeta, anche in ciò Orazio è consapevole di raccogliere l'eredità del maestro.
Nella coscienza letteraria di Orazio, la sua satira è "luciliana" perché da Lucilio media l'aggressività e l'elemento autobiografico; ma Orazio non sottovaluta le differenze che lo separano dal maestro e rileva soprattutto quelle relative allo stile, criticando in Lucilio la sciatta facilità . Importanti differenze sono presenti però anche nella forma dei contenuti. In Lucilio, che pure dedicava attenzione ai temi della riflessione morale, non era chiaro il rapporto tra dià triba (dibattito filosofico) ed aggressività , mentre nella satira di Orazio è caratteristico il collegamento di tali componenti, infatti, in Orazio, l'attacco personale è sempre collegato ad una intenzione di ricerca morale.
Orazio guarda piuttosto a un piccolo mondo di irregolari (cortigiane, parassiti, artisti, imbroglioni, filosofi di strada, affaristi, popolo minuto), impara da chi gli sta vicino, da quelli che incontra per strada. Orazio rivendica con orgoglio la componente italica e contadina della sua saggezza, la sua morale ha radici nel buon senso tradizionale, ma anche nelle filosofie ellenistiche, che giungono ad Orazio anche attraverso il filtro della dià triba (la tradizione di letteratura filosofica popolare, illustrata da dialoghi e aneddoti).
Vizi sotto la lente
Al piacere gratuito dell'aggressione (vivace in Lucilio) Orazio sostituisce l'esigenza di analizzare i vizi (gli eccessi, la stoltezza, l'ambizione, l'avidità , l'incostanza) mediante l'osservazione critica e la rappresentazione comica delle persone. Orazio non si propone di convertire gli altri a un modello precostituito di virtù, né di riformare il mondo, ma soltanto di individuare una strada per se stesso e per un gruppo ristretto di amici. In questo senso la satira oraziana è intimamente collegata, più ancora della lirica, al circolo di poeti, letterati e uomini politici che si raccoglievano intorno a Mecenate. Lucilio attaccava con asprezza i cittadini eminenti, avversari di cui condivideva la condizione, ciò non sarebbe stato possibile al figlio di un liberto, ma per trarre insegnamento dalla condotta dei propri simili criticandone gli errori non è necessario scegliere bersagli di elevato livello sociale. Epicureismo
L'epicureismo è la tradizione filosofica che ha maggiore autorità nella satira di Orazio. Gli obiettivi fondamentali della ricerca oraziana sono l'autosufficienza interiore, la moderazione, il giusto mezzo. La ricerca morale non caratterizza soltanto le satire in cui è sviluppata, alla maniera della dià triba, una discussione (con argomenti, obiezioni, esempi, aneddoti) su uno specifico problema, ma anche quelle in cui il poeta, sul modello del Lucilio "autobiografico", rappresenta una scena, racconta un episodio, descrive una situazione. In questi casi, l'interesse morale non è separabile dalla rappresentazione stessa, infatti, è la lente attraverso cui il poeta osserva fatti e personaggi (es.: satira del seccatore), in qualche caso in cui dià triba e rappresentazione sono coniugate in un medesimo componimento.